Resoconto finale


Il 1798 è stato un anno caratterizzato soprattutto dalla rivoluzione francese e dai suoi ideali che con la campagna militare espansionistica di Napoleone si sono diffusi in gran parte dell'Europa e in particolar modo in Italia: ciò avvenne, come abbiamo visto nel blog, con l'invasione dello Stato pontificio da parte delle truppe francesi, guidate dal generale Berthier, che portò all'arresto di Papa Pio VI e alla proclamazione della Prima Repubblica Romana, che si fondava sulle basi di quelli che erano i principi della sorella Repubblica Francese di uguaglianza, fratellanza e libertà; la Repubblica non ebbe vita lunga infatti l'anno seguente alla sua istituzione, fu istituito nuovamente lo Stato Pontificio grazie all'invasione dei Napoletani. Ma l'Italia non fu l'unica nazione a risentire degli influssi della Repubblica Francese: infatti in Uganda e in Irlanda vi furono ribellioni: tra queste la più fervente fu in Irlanda, dove un gruppo di repubblicani, ispirati dagli ideali francesi, decise di insorgere contro la monarchia per portare alla fondazione della Repubblica Irlandese(il loro motto era libertà o morte); la rivolta venne soppressa dopo qualche mese. Ma a Napoleone non bastava l'Europa: egli infatti condusse una campagna di conquista dell'Egitto e fu proprio nel 1798 che si sancì la sconfitta di Napoleone: si combatte infatti in quest'anno la battaglia del Nilo, battaglia navale in cui l'ammiraglio Nelson e la sua flotta riuscirono a sbaragliare la flotta inglese: si considera questa una battaglia decisiva che poi porterà alla disfatta di Napoleone e che porta alla diffusione del mito di Horatio Nelson come salvatore d'Europa. Ma la guerra non è la sola ad occupare lo scenario del 1798:esso è infatti un anno caratterizzato da innovazioni in ambito tecnico, letterario e medico:
nasce nel 1798 il Romanticismo ( così chiamato da Shlegel), ovvero quel movimento letterario che in poco tempo si diffonderà in tutta Europa; nasce la litografia ovvero una tecnica di scrittura basata su incisioni su pietra; ma vi sono anche innovazioni in ambito tecnico come la diffusione del torchio Stanhope, molto utile nella stampa e poi sostituito da una macchina tipografica piano-cilindrica di Koenig; vi sono innovazioni anche in ambito medico con l'introduzione del vaccino contro il vaiolo. Tuttavia queste innovazioni, soprattutto quelle tecnologiche, non sono gradite da molti autori: tra questi autori del romanticismo italiano (tra cui Leopardi che si aprirà al progresso, ma timidamente, nella sua ultima opera 'La ginestra'), ma anche autori del romanticismo inglese e tra questi Worsworth e Coleridge i quali vedono nella natura un luogo dove rifugiarsi dal caotico mondo progressista e ricollegarsi alla tranquillità. Ma c'è chi invece vede nella tecnologia un sostegno: parlo di Malthus che nella sua opera "Saggio sul principio di popolazione" vede nella tecnologia l'unico aiuto che l'uomo ha a disposizione per accrescere le risorse a propria disposizione e rallentare quello che è l'inevitabile processo che porterà ad uno "spread" tra la popolazione in continuo aumento e le risorse, distacco che porterà ad un drastico calo della popolazione. Ma sarà realmente quello che succederà negli anni successivi al 1798? Per restare in tema Napoleonico: <<..ai posteri l'ardua sentenza..>>.

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